I frequentatori del litorale di Antesitum hanno di fronte ai loro occhi il grave problema della plastica dispersa nell’ambiente.
Il lago deposita sulla riva oggetti di ogni tipo: dalle bottiglie ai sacchetti agli oggetti più piccoli e difficili da rimuovere. Questi oggetti possono vagare trasportati dall’acqua e dal vento per decenni.
Si tratta di un problema che rimarrà insoluto finché non si cambieranno i materiali di imballaggio.
E’ necessario disporre di materiali termooplastici biodegradabili e possibilmente compostabili.
Un problema locale ma anche globale. Basti pensare a quello che viene definito il Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura del Pacifico, un’area del pacifico grande il doppio del Texas – sei volte e mezza l’Italia! – all’interno della quale si è accumulata una concentrazione di spazzatura formata in gran parte di plastica.

Il Pacific Trash Vortex. Un’area ad alta concentrazione di plastica grande sei volte e mezza l’Italia
Antesitum potrebbe avere un ruolo nella soluzione di questo problema. Se ad esempio esistesse un’ordinanza dei sindaci dei comuni del lago che limiti la vendita e l’utilizzo della plastica petrolchimica a favore di quella biodegradabile, certamente avremmo un lago più pulito.
Questi polimeri esistono da molti anni, ma solo recentemente hanno avuto attenzione da parte del mercato proprio per la loro biodegradabilità.
L’acido polilattico (PLA), è una termoplastica ottenibile dagli scarti della lavorazione del mais o della canna da zucchero. In Italia alcuni produttori di bevande utilizzano già il PLA per le loro bottiglie. Se bar e pizzerie da asporto, su ordinanza dei sindaci, utilizzassero posate e bicchieri in plastica biodegradabile sarebbero certo molti meno gli oggetti inquinanti che finiscono a vagare nell’ambiente.
Antesitum potrebbe portarsi all’avanguardia nella gestione di questi problemi. E’ una questione di volontà politica.