La chiesetta di Sant’Antonio

La chiesetta di Sant’Antonio Abate nel borgo di Antesitum

Questa mattina mi sono svegliato al suono di una campana, e ho fantasticato sui tempi in cui non esistevano gli orologi da polso e i ritmi dei borghi erano scanditi dal suono delle campane. Non esisteva l’inquinamento, nemmeno quello acustico, e il tocco della campana risuonava in tutto il borgo, richiamando i contadini e i pescatori per il pranzo di mezzogiorno. La chiesetta del borgo era il luogo di tutti.

Oggi la chiesetta di Sant’Antonio, nell’omonima piazzetta ad Antesitum, giace in una temporanea fase di stasi.

Sono un figlio degli anni sessanta, quel periodo in cui il mondo dei pescatori e dei contadini stava scomparendo e nel borgo era un evento quando qualcuno comprava la macchina nuova.
Le carrozzerie delle auto avevano ancora un aspetto tondeggiante e simpatico, quasi come se le auto fossero persone.

Il borgo era pieno di gatti, di panni stesi alle finestre e dalle osterie uscivano rumori e odori di tabacco e di vino. La scritta “Rolling stones” sul muro di una casa di fianco alla chiesa segnava i nuovi tempi, noi ragazzini ci tuffavamo nel lago tutti i giorni per tutta l’estate e organizzavamo grandi battaglie nei vicoli con le cerbottane. Gli immigrati dal sud vivevano in case con il pavimento in terra battuta. Tutti si conoscevano e non c’era certo bisogno di prendere appuntamento per andare a far visita a qualcuno.

Oggi questo mondo, quello dell’antica chiesetta del borgo di Antesitum, è assopito. Sono successe molte cose e viviamo, in questa fase storica, in un mondo molto più caotico.

La campana della chiesetta di Sant’Antonio non suona ormai da molto tempo.

Sul portale della chiesa l’immagine di un leone, simbolo del potere popolare, è stato ripreso come simbolo del paese. All’interno della chiesa si trova, nascosto dietro una pala tardo settecentesca, il frammento di un affresco del quattrocento. A cornice del tutto un affresco settecentesco con un colonnato in falsa prospettiva.

Un cartello accoglie i visitatori, cattolici e non cattolici, invitandoli a godersi un attimo di respiro e a rispettare il silenzio del luogo. Cattolici e non cattolici. Perché nel frattempo, dopo che è comparsa la scritta “Rolling stones” sul muro della casa,ci si è resi conto che le religioni sono tante.

Ma anche la scritta “Rolling stones” è oggi sbiadita. Vien voglia di andare a contornarla coi pastelli. L’incenso di boswellia non brucia più nella chiesetta di Sant’Antonio ma il suo profumo, che Baudelaire sosteneva essere il profumo dell’infinito, si sente comunque provenire ogni tanto dall’interno di qualche casa del borgo.

Un’anziana signora dall’aspetto severo porta dei fiori gialli nella chiesetta.

Nell’antico convento a fianco della chiesa, dai bellissimi terrazzi colonnati ormai in rovina, le rondini sono rimaste le uniche abitanti.

Una coppia ha deciso di costruire il nido su una lampadina penzolante dal soffitto. Sono animali che mi hanno sempre colpito per la loro grande vitalità e per la loro abitudine di coabitare con il vecchio uomo antesitiano, l’uomo che non aveva ancora rotto il patto con la natura.
Il cuore delle rondini può raggiungere i settecento battiti al minuto.
Fanno giri vorticosi a pochi metri di distanza dalla superficie del lago a caccia di insetti.
Sono un simbolo di primavera e di rinascita. Non possono mancare ad Antesitum.

Una rondine affacciata alla finestra dell'antico convento nella piazzetta di Sant'Antonio ad Antesitum

Una rondine si affaccia alla finestra dell’antico convento di San’Antonio