L’uomo dei topi

L'uomo dei topi

 

In un primo pomeriggio della scorsa settimana mi godevo quel poco di sole che arriva ad Antesitum seduto su una panchina di fronte a casa.

Il signor K, con i modi seri e gravi di chi deve comunicare qualcosa di importantissimo e terribile  in cui tu sei malamente, colpevolmente coinvolto, mi fa segno di avvicinarmi.
Normalmente il signor K. mi avvicina unicamente per piccole grane legate a piccolissimi fatti concreti la cui importanza, ho l’impressione, venga sempre leggermente  amplificata.
Di solito questi piccoli fatti concreti hanno a che fare con chiusure di porte (tener fuori il maligno è importante) e spazzatura.

Infatti in tono perentorio e strisciantemente minaccioso mi raccomanda di tenere chiuse tutte le porte perché Antesitum è invasa dai topi. A questo invito segue la descrizione degli eventi: se la sera si mette la spazzatura fuori casa, la mattina la si trova spostata.
“Ne ho già uccisi tre con il veleno” mi comunica con l’espressione di chi ha fatto qualcosa di importante per la collettività per cui gli si dovrebbe essere riconoscenti.
Tento di fargli capire che ho ben altri problemi che occuparmi dei topi, che peraltro non mi danno alcun fastidio, e lo invito a prendersi un gatto.
Ma al gatto – dice – ci si affeziona, quindi è meglio non avere gatti ai quali affezionarsi.

Capisco la paura ancestrale dei topi, ma è un problema anche l’affettività? – mi domando sottovoce.

E’ ben curioso il signor K. Ha sempre un’espressione preoccupata e rabbiosa. Parla quasi solo di denaro e sembra essere molto ansioso che gli altri lo riconoscano come una persona dotata di denaro.
“Io ho questo, io ho quello e l’altro non ha nulla”. Sembra che il possesso del denaro sia l’unica cosa a questo mondo che gli possa permettere un’elevazione. L’auto particolarmente appariscente (anche se, diciamolo, non proprio di ultimo modello) dichiara al mondo la sua statura.
Quando mi parla, è come se nei suoi occhi l’anima fosse assente o nascosta in un abisso e anche quando sorride comunica un’impressione inqietante, che definirei di astio manipolatorio.
Manipolatorietà che si esplicita all’istante, quando non vedendomi preoccupato per i suoi topi tenta di farne un problema mio: “Se ti entrano in casa ti mangiano tutto”, mi intima.
Non è che ci sia molto da mangiare a casa mia, penso. Ma avrò forse tavoli e divani a forma di gruviera?

La sera recupero dallo scaffale un vecchio libro del dott. Freud che contiene il famoso caso clinico L’uomo dei topi pubblicato nel 1909.
L’uomo dei topi era ossessionato dalla paura che i topi potessero penetrargli nell’ano, e in comune con il signor K aveva anche la stessa maniera un po’ folle di relazionarsi al denaro.

Nel microcosmo di Antesitum pensavo di essere un maestro per quanto riguarda la follia, ma devo purtroppo rimproverarmi, o forse posso consolarmi, di non essere un caso da manuale.