Da bambino una volta chiesi a mia nonna:
“Che cosa c’è dopo l’Itala?”
“La Francia” mi rispose
“E dopo la Francia?”
“La Germania”
“E dopo la Germania?”
“La Scandinavia”
“E dopo la Scandinavia?”
“Dopo non c’è niente. Lì finisce il mondo”
Ricordo che quando mi disse “Lì finisce il mondo” mi preoccupai un po’. “Allora è pericoloso avventurarsi in quella zona”, pensai, e immaginai che qualcuno avesse messo dei cartelli per indicare il limite oltre il quale non andare.
Passai un po’ di tempo a pensare al problema della finitezza del mondo, poi a un certo punto andai da mia madre e le chiesi:
“Ma l’universo è finito o infinito?”
“Infinito” rispose.
Dissi: “Ma procedendo nello spazio prima o poi si arriva a un limite”.
Rispose: “Si, ma cosa c’è dopo?”
Lì cominciai a pensare all’infinito.
I bambini sono come gli antichi e hanno bisogno della sicurezza del cosmo finito.C’è un limite in cui si passano le colonne d’Ercole oltre il quale è pericoloso avventurarsi.