Felix silvestris

Tra gli animali che popolano alcune delle case di antesitum il sire incontrastato è Felix silvestris, il gatto domestico.
Non so di preciso quando sia avvenuto il suo incontro con l’uomo, ma non mi stupisce che in passato sia stato considerato un dio.
Come sappiamo gli egizi lo consideravano un animale sacro, tanto che nella sola città di Babestis sono stati ritrovati ben trentamila gatti mummificati.
Esisteva una casta di sacertodi che aveva come unico compito l’osservazione dei gatti. Osservando il loro comportamento si facevano previsioni sugli eventi umani.
Le statuette egizie che ritroviamo raffiguranti il gatto generalmente simboleggiano la dea Bast, che via via viene raffigurata dapprima con cento seni e in seguito con forme sempre più umane diventando per i Greci Artemide, appunto la dea dai cento seni.
Per i romani Artemide diventerà Diana, dea della caccia. E in quanto al  gatto, tutti ne conosciamo le doti di cacciatore.

Il gatto è un animale evoluto. Sotto certi aspetti forse più evoluto dell’uomo.
Se per l’uomo la strada verso la pienezza della propria esistenza sembra ancora piuttosto lunga, il gatto sembra averla già trovata.
Non c’è bisogno per il gatto di diventare qualcosa di diverso da quello che attualmente è.
Il senso della sua vita è ben chiaro: farsi servire e coccolare da un altro animale, e questo animale si chiama Uomo.
Felix silvestris passa il tempo a dormire, mangiare, ricevere coccole e cacciare.
Rincorre durante la notte misteriosi spiritelli a noi invisibili che girano per la casa, sfrecciando in piena notte sopra il letto come un fulmine.

Ad Antesitum erano parecchi i gatti che giravano per strada alcuni decenni fa e si trovano ancora oggi vecchie porte di cantine in cui è ricavata un’apertura per il passaggio dei gatti.

Sono sparite molte cose dai vicoli di Antesitum, dai panni stesi alle finestre alle frotte di bambini per strada, e anche quasi tutti i gatti. La mia speranza è che un giorno tornino.