Il castano dei cavalli

Nel borgo di Antesitum vivono due maestosi Aesculus, comunemente detti ippocastani.
Si tratta di due alberi più che centenari, messi a dimora in quel luogo dalla famiglia Consonni quando il giardino non era ancora pubblico ma faceva parte del vecchio palazzo Agudio,  ora palazzo Consonni (l’attuale palazzo Agudio è quello che ospita gli uffici municipali).

Visione invernale di uno dei due maestosi Aesculus hippocastanum nei gardini di Antesitum.

Esistono molte specie di piante classificate come Aesculus; l’A. hippocastanum è originario della penisola balcanica ed è stato importato in Italia fondamentalmente per l’uso ornamentale. E’ infatti un albero maestoso che raggiunge in altezza i trenta metri.

Ha preso il nome di castagno dei cavalli (hippocastanum) perché i suoi frutti, delle bellissime grosse  castagne non commestibili dette castagne d’India erano utilizzati come alimento stimolante per i cavalli.
La fantasia popolare (una cosa più o meno simile a quella che viene detta “opinione pubblica”)  racconta che i frutti di questa pianta tenuti in tasca  sarebbero utili contro il raffreddore. Un’idea senza molti fondamenti.

I frutti dell’Aesculus, sono utilizzati in erboristeria come coadiuvante per la cura dei disordini della circolazione venosa periferica.

Gli Aesculus di Antesitum sono minacciati da alcune patologie diffuse in queste piante in tutta la lombardia.
Si tratta di un insetto di nome Cameraria che si nutre delle foglie.

Quest’anno per la prima volta sono stati trattati con l’endoterapia, una tecnica di infusione nel sistema linfatico del tutto simile alle tecniche di infusione venosa degli umani.

Il trattamento ha dato dei buoni risultati nel senso che quest’anno le foglie hanno subito meno danni e i frutti sono stati più numerosi e di dimensioni maggiori. Il trattamento sarebbe da ripetere ad ogni primavera.